Al congresso della British Geriatrics Society sono state proposte le nuove linee guida per la diagnosi precoce e il trattamento della sarcopenia, frutto di un lavoro di numerosi esperti riuniti sotto l’egida dell’European Working Group on Sarcopenia in Older People (EWGSOP). Si tratta di una revisione delle precedenti linee guida, datate 2010.
Ormai, segnalano gli esperti, si sa che la sarcopenia si traduce in un aumento del rischio di cadute e fratture, nella riduzione delle capacità nella vita di ogni giorno, di una ridotta qualità di vita. Tutte queste condizioni conducono alla perdita d’indipendenza e ad un aumento delle percentuali di mortalità in chi ne soffre.
Sul fronte economico questa condizione è particolarmente pesante negli anziani che entrano in ospedale, tanto che la probabilità di avere un incremento dei costi sanitari in caso di ricovero sale di cinque volte. Per questo appare necessario per gli studiosi puntualizzare, anche alla luce delle conoscenze, migliorare la capacità di individuazione dei soggetti a rischio e rendere più agevole la diagnosi, in particolare ricordando che una ridotta capacità di attività fisica deve sempre essere considerata un segnale d’allarme per lo sviluppo o la presenza del quadro in forma severa.
Le nuove linee guida ovviamente considerano fondamentale la ricerca in questo settore, con un aumento dell’interdisciplinarietà nell’approccio in modo da coinvolgere, oltre ai geriatri, anche specialisti che facilmente possono incontrare nella loro attività pazienti che presentano questa condizione, come cardiologi, pneumologi e oncologi.
Altrettanto importante appare riuscire a far passare il concetto di sarcopenia nell’attività clinica di ogni giorno, visto che l’attività fisica e un’alimentazione mirata possono aiutare chi ne soffre a limitare i rischi legati alla “debolezza” del muscolo. La sarcopenia, infatti, può innescare un circolo vizioso. Meno ci si muove, più si perde muscolo e più si perde muscolo, meno ci si muove.
Bisogna ricordare che dai 40 anni in poi si riscontra una diminuzione progressiva del muscolo, tanto che fino ai 70 anni si perde circa l’otto per cento della massa muscolare ogni dieci anni. Dopo i 70 anni, invece, il processo subisce un’accelerazione e si arriva al 15 per cento di perdita ogni dieci anni. Favoriscono la comparsa del quadro le malattie endocrine, come quelle tiroidee, che incidono negativamente sul metabolismo dell’osso, quelle cardiovascolari, come lo scompenso cardiaco, quelle respiratorie, come la bronchite cronica, quelle osteoarticolari, come l’artrosi e l’osteoporosi, e naturalmente le malattie neurologiche come il Parkinson o l’Alzheimer.
La diminuzione della massa muscolare e della forza è un processo correlato al fisiologico invecchiamento delle cellule muscolari. Tuttavia, ci sono situazioni particolari che a ogni età possono accelerare questo processo; il fattore più importante è l’inattività fisica. Anche un’alimentazione povera di proteine e sbilanciata, con un apporto eccessivo di carboidrati e grassi, può rappresentare un fattore importante nell’accelerare la perdita di muscolo.