Quando si parla di pressione elevata si pensa in genere a un problema di chi è più in là con gli anni o comunque degli adulti, ma gli studi oggi disponibili dimostrano che anche i bambini e gli adolescenti possono soffrire di ipertensione. I dati di prevalenza indicano che il 5-6% dei bambini e ragazzi apparentemente in buona salute è in realtà iperteso e le percentuali salgono notevolmente se si prendono in considerazione i ragazzi con obesità. Come per gli adulti, anche nell’età pediatrica si possono distinguere due forme diverse di ipertensione, una definita “secondaria” e legata alla presenza di altre patologie come per esempio problemi renali o malformazioni dell’aorta, e una chiamata “essenziale” o “primaria” per la quale non è possibile identificare cause specifiche.
Ma perché tanta attenzione alla pressione sanguigna troppo alta? Le ragioni sono molte, a partire dal fatto che – come spiegano gli esperti della International Pediatric Hypertension Association (IPHA) – l’ipertensione rappresenta oggi nel mondo una delle principali cause di malattie cardiovascolari, insufficienze renali e problemi cerebrovascolari. E se le insufficienze d’organo gravi legate all’ipertensione si riscontrano soprattutto negli adulti, l’ipertensione e le sue complicanze sugli organi bersaglio (cuore, reni, occhi e cervello) si riscontrano anche tra i più piccoli. “Inoltre i bambini ipertesi molto probabilmente rimarranno tali anche da adulti” ricordano dalla IPHA.
L’ipertensione in età pediatrica è spesso di tipo secondario, mentre una percentuale di casi compresa tra il 15% e il 30% viene classificata come ipertensione “essenziale”. In realtà, anche se a volte non si riesce a identificare una causa clinica specifica per l’aumento della pressione, i dati di numerosi studi hanno dimostrato nel tempo che i bambini con ipertensione presentano spesso anche altre condizioni mediche come diabete, obesità o alti livelli di trigliceridi. E l’obesità gioca senza dubbio un ruolo di primo piano nel determinare il rischio di ipertensione nei più piccoli.
Uno studio pubblicato su Pediatrics ha confermato il forte legame già noto tra l’eccesso di peso e la pressione arteriosa in età pediatrica, dimostrando tra l’altro che i bambini e gli adolescenti con obesità hanno un rischio doppio di sviluppare ipertensione rispetto ai loro coetanei normopeso, mentre il rischio addirittura si quadruplica in caso di obesità grave. “Queste modifiche del rischio si verificano in un periodo di tempo molto ristretto e per questa ragione gli interventi di prevenzione e diagnosi precoce dell’ipertensione in età pediatrica sono estremamente importanti” conclude Emily Parker, prima autrice dello studio.
Scoprire di avere la pressione alta non è semplice. Fino a che non raggiunge livelli davvero importanti, infatti, l’aumento di pressione sanguigna è praticamente asintomatico oppure si presenta con sintomi piuttosto generici come cefalea, vertigini e ipereccitabilità e nei bambini potrebbe essere associato a cambiamenti lievi nel comportamento o nel rendimento scolastico. Tra i bambini più a rischio ci sono senza dubbio quelli con una storia familiare di ipertensione e a questi si aggiungono i soggetti con eccesso di peso oppure quelli con basso peso alla nascita. “Non è tuttavia escluso che anche in bambini senza questi fattori di rischio si possano presentare livelli di pressione superiori alla norma” dicono gli esperti della Società Italiana di Pediatria (SIP) e della Società Italiana della Ipertensione Arteriosa (SIIA), autori di una serie di raccomandazioni relative all’ipertensione in età pediatrica, nei quali si legge che la pressione arteriosa deve essere misurata in occasione delle visite annuali di controllo con strumenti e modalità adeguate.
Nel documento si prende in considerazione anche la prevenzione, che deve cominciare già in tenera età e si basa su stili di vita corretti, esercizio fisico e alimentazione sana. Dal momento che l’eccesso di peso è una delle principali cause dell’ipertensione, anche se non l’unica, l’alimentazione è fondamentale anche in termini di terapia. Come spiegano gli esperti SIP e SIIA, “Il trattamento dell’ipertensione primitiva del bambino è quasi esclusivamente dietetico-comportamentale e prevede la riduzione dell’eccesso ponderale quando presente, la riduzione dell’apporto di sodio nella dieta e l’attività fisica”.
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