In base ai criteri stabiliti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), viene definita “normopeso” una persona con un indice di massa corporea compreso tra 18,5 e 24,9. L’indice viene calcolato in base alle misure di peso e altezza e, pur avendo molti limiti, rappresenta oggi lo strumento più utilizzato per definire le diverse categorie di peso: sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità. Gli esperti raccomandano di mantenere il proprio peso “nella norma” per tutta la vita, rispettando quindi gli intervalli indicati dalla OMS, ma oggi ci si sta rendendo conto che questi intervalli non sempre vanno bene.
Infatti, essendo pensato per gli adulti, l’indice di massa corporea non è abbastanza preciso per i bambini e per gli anziani e non è un caso se quando si parla di peso ideale per la terza età – quello che meglio dovrebbe garantire la salute psicofisica – è possibile in un certo senso andare contro la classificazione OMS. “Per gli anziani è meglio avere un indice di massa corporea compreso tra 25 e 27, piuttosto che inferiore a 25” dicono gli esperti statunitensi dei National Institutes of Health. Le ragioni di tale affermazione sono molte e non ancora del tutto definite, ma tra queste è compreso l’effetto protettivo che qualche chilo in più può avere contro i cambiamenti fisiologici che l’organismo affronta con il passare degli anni: perdita di massa muscolare e ossea con conseguente aumento del rischio di fratture, perdita di peso legata a un cambiamento delle abitudini alimentari, alla perdita di appetito e a un generale rallentamento del metabolismo e molto altro ancora.
Siamo abituati a sentir parlare di “epidemia di obesità” e degli enormi rischi per la salute legati a un peso troppo abbondante, una condizione che non risparmia nessuna fascia di età soprattutto nei paesi occidentali. In Italia, secondo l’indagine Passi d’Argento dell’Istituto Superiore di sanità più della metà degli ultra 64enni (57%) ha un eccesso di peso e un buon 15% risulta obeso. I dati scientifici sulla pericolosità dei chili di troppo non mancano, ma non dobbiamo dimenticare che spesso le considerazioni e le raccomandazioni degli esperti si basano su studi che hanno coinvolto persone adulte, ovvero di età compresa tra 18 e 65 anni.
Ricerche più recenti hanno però dimostrato che negli anziani il discorso è un po’ più complesso e si arriva addirittura a parlare di un “paradosso dell’obesità”. Ecco di cosa si tratta: nelle persone anziane l’obesità si associa a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, ma anche a una diminuzione della mortalità per queste malattie. In altre parole gli anziani obesi hanno un maggior rischio di ammalarsi di queste patologie, ma poi sopravvivono meglio di chi è normopeso. In realtà, il paradosso non si applica solo agli anziani, ma in tale categoria è particolarmente evidente e ha attratto l’attenzione di molti esperti alla ricerca di una spiegazione. Queste le ipotesi oggi più accreditate: gli effetti protettivi del grasso corporeo sono legati a una maggior riserva metabolica disponibile, alla produzione di fattori protettivi come alcune citochine, una ridotta attivazione del sistema nervoso simpatico e basse concentrazioni di molecole che indicano uno stress cardiaco.
Stando ai dati appena presentati verrebbe da pensare che perdere peso dopo una certa età possa essere addirittura dannoso per la salute. In un certo senso ciò è vero, ma è importante comprendere bene il significato dell’affermazione. Anche se ridurre i chili in eccesso ha in genere un effetto positivo sulla salute delle persone obese, parlando di anziani bisogna tener conto di alcuni importanti fattori che potrebbero persino invertire tale effetto. Quando gli anni passano, infatti, si tende a perdere massa magra: il tessuto muscolare si riduce fino all’estremo patologico della sarcopenia e anche la densità delle ossa diminuisce, rendendo l’organismo più fragile. Questo può causare una perdita di peso che però non sempre è positiva. Dall’altro lato ci sono anche casi in cui l’anziano accumula molta massa grassa arrivando a un indice di massa corporea che indica obesità, pur avendo poca o pochissima massa muscolare: è la cosiddetta obesità sarcopenica che ha conseguenze molto pericolose sulla salute. La buona notizia c’è. I cambiamenti di peso e di distribuzione di massa grassa e massa magra – voluti o non voluti – legati agli anni che avanzano possono essere controllati almeno in parte mantenendosi fisicamente attivi e seguendo un’alimentazione corretta che non punta a un singolo “alimento buono”, ma a un regime alimentare completo e sano. Il tutto sempre sotto lo stretto controllo del medico.
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