La ricerca, pubblicata su International Journal of Environment and Public Health Research e coordinata da Naoki Toyama dell’Università di Okayama, parte da un punto di vista molto interessante. Le conoscenze scientifiche dicono che le caratteristiche fisiologiche di ogni persona impattano sul rischio di sviluppare il quadro, anche perché possono influenzare lo sviluppo di popolazioni batteriche diverse. Per quanto riguarda la parodontopatia, poi, si è visto che anche le caratteristiche genetiche del soggetto ci combinano con le differenze nella suscettibilità a specifici agenti patogeni e alla possibilità di sviluppare determinate malattie. Per questo lo studio nipponico ha voluto valutare contemporaneamente l’importanza di questi due fattori di rischio nello sviluppo della malattia.
Sono stati valutati, attraverso test sulla saliva e sul benessere del tessuto gengivale, diversi soggetti. E si è visto che esiste una differenza nella popolazione batterica, tra i soggetti con parodontopatia rispetto a quelli di controllo, ben più significativa rispetto a quanto avviene per le caratteristiche genetiche. In più, sarebbe responsabilità della patologia parodontale anche la presenza di specifiche specie batteriche come il P. gingivalis e dei ceppi Lactobacillaceae e Desulfobulbaceae. Risultato dell’indagine: nella genesi della parodontopatia conterebbe di più la popolazione batterica presente rispetto alla predisposizione genetica. Gli esperti ovviamente ricordano quanto sia importante l’igiene orale, al fine di ridurre il rischio di comparsa di patologie parodontali. E soprattutto raccomandano di eseguire il controllo della popolazione batterica nei quadri più complessi.
La parodontite è un’infiammazione profonda delle gengive provocata dai batteri presenti nella placca dentale non adeguatamente rimossa con una corretta igiene orale. L’incidenza aumenta progressivamente dopo i trent’anni e purtroppo si tratta di un nemico sottovalutato dalla maggioranza della popolazione e si caratterizza per il fatto che i batteri presenti nella placca sono riusciti a entrare sotto le gengive distruggendo l’ancoraggio che mantiene il dente saldamente attaccato all’osso.
Purtroppo, la maggioranza delle persone si allarma solo quando sente i denti muoversi e spostarsi, così la conseguenza, se la malattia non viene trattata adeguatamente e in tempo, è la perdita dei denti. Ciò comporta un cambiamento della dieta molto negativo, perché per alimentarsi con una dieta ricca di frutta e verdura fresca come quella mediterranea serve una buona masticazione; inoltre, proprio i vegetali ricchi di vitamina C servono per mantenere le gengive sane e devono perciò essere un caposaldo dell’alimentazione quotidiana.