Il continuo invecchiamento della popolazione mondiale al quale si assiste soprattutto nei Paesi occidentali, rende sempre più comuni due condizioni croniche tipiche del passare degli anni: l’osteopenia/osteoporosi e la sarcopenia.
Nel primo caso si tratta di una malattia ossea sistemica nella quale la microarchitettura dell’osso si deteriora e si riduce la densità minerale del tessuto, rendendo le ossa più fragili e a rischio di frattura anche dopo cadute normalmente non pericolose.
Nel secondo caso invece si è di fronte a una perdita progressiva e generalizzata della massa muscolare alla quale si aggiunge una perdita della funzione del muscolo (per esempio la forza) e che ha un impatto negativo sulle attività quotidiane aumentando anche il rischio di cadute. “Il termine osteosarcopenia è piuttosto recente e indica la presenza contemporanea delle due condizioni che colpiscono ossa e muscoli” spiegano gli autori di un articolo da poco pubblicato sulla rivista Osteoporosis International nel quale si cerca di fare il punto sui diversi aspetti di questa condizione. “In realtà gli studi che ne descrivono la diffusione sono ancora piuttosto scarsi, ma esistono dati a sostegno del fatto che spesso la fragilità ossea e quella muscolare sono presenti nello stesso individuo anziano e fragile” proseguono.
Tanti aspetti in comune
Osteopenia/osteoporosi e sarcopenia condividono molti fattori di rischio come per esempio l’età, ma anche fattori di tipo genetico, la presenza di disturbi metabolici come diabete o funzione tiroidea alterata, condizioni di malnutrizione o di obesità e anche l’uso di alcuni farmaci come i corticosteroidi. Ci sono anche fattori “meccanici” che possono contribuire all’insorgere di problemi a ossa e muscoli che, come spiegano gli esperti, sono tessuti capaci di adattarsi al carico di lavoro cui sono sottoposti.
“Una diminuzione dell’attività fisica altera il delicato equilibrio dell’organismo e spinge verso la degradazione dei muscoli e il riassorbimento osseo” spiegano. Oggi è noto inoltre che le infiltrazioni di grasso nel tessuto osseo e muscolare tipiche dell’invecchiamento possono contribuire alla condizione finale di osteosarcopenia. E anche questo grasso contribuisce al continuo e fitto dialogo tra muscoli e ossa che avviene non solo grazie alla loro vicinanza fisica, ma anche attraverso una serie di segnali biochimici precisi sotto forma di molecole come miostatina, osteocalcina, interleuchine e molte altre ancora. Infine, dal punto di vista delle conseguenze negative sulla salute, uno studio pubblicato nel 2016 ha messo in luce che l’osteosarcopenia è qualcosa di più della semplice somma di osteopenia/osteoporosi e sarcopenia. “Nei pazienti maschi con osteosarcopenia, per esempio, il rischio di fratture aumenta di 3,5 volte e in misura significativamente più elevata rispetto ai pazienti con una sola delle due condizioni” spiegano gli autori della ricerca dalle pagine della rivista Aging Clinical and Experimental Research.
La buona notizia è che l’osteosarcopenia è in realtà prevenibile o comunque è arginabile nella sua progressione grazie a diversi trattamenti oggi disponibili ed a piccoli accorgimenti quotidiani. Senza dubbio serve un approccio integrato che tenga conto dei problemi legati sia al tessuto osseo sia a quello muscolare e che parta dall’analisi dei fattori di rischio eventualmente modificabili, come per esempio la presenza di problemi ormonali più o meno facilmente correggibili.
In termini di prevenzione lo stile di vita gioca anche in questo caso un ruolo da protagonista. Si può infatti agire sull’alimentazione assicurando all’organismo adeguati livelli di calcio, vitamina D e proteine: le proteine, spesso carenti nella dieta degli anziani, hanno infatti un effetto diretto su fattori di crescita legati alla salute delle ossa e dei muscoli, ma aumentano anche l’assorbimento del calcio e la diminuzione di altri fattori che portano alla degradazione dei due tessuti. La dieta da sola però non basta: è fondamentale abbinarla all’esercizio fisico. “Almeno 20 minuti di attività fisica per un minimo di tre volte a settimana aumentano la massa ossea e muscolare e anche la forza, aiutando le persone anziane a prevenire le cadute” spiegano gli esperti.
Fonti:
1. Hirschfeld HP, et al. Osteoporos Int. 2017 Jul 22. doi: 10.1007/s00198-017-4151-8.
2. Drey M, et al. Aging Clin Exp Res. 2016 Oct;28(5):895-9.