Le tossinfezioni alimentari in Europa: rapporto EFSA-ECDC

Il report annuale relativo al 2012

Calano, seppur di poco, i casi di campilobacteriosi. Scendono, in modo più significativo, i riscontri d’infezioni da Salmonella, aumentano invece progressivamente i casi di Listeria.
A riportare queste tendenze, è il report annuale relativo al 2012 sulle zoonosi e i focolai infettivi di origine alimentare nell’EU, realizzato da EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza alimentare) ed ECDC (Centro Europeo per il Controllo delle Malattie).

esami di laboratorio

L’indagine dimostra che le campilobacteriosi rimangono le patologie più frequentemente riscontrate (214.000 casi). Il germe campylobacter, che provoca la malattia, è stato identificato soprattutto nella carne di pollo. La buona notizia è che il numero dei casi appare in discesa rispetto all’anno precedente.

Lo stesso trend in discesa si è osservato per le infezioni da Salmonella (91.034 casi), e in questo caso si vede l’effetto positivo del programma per il controllo dell’infezione – attraverso il pollame – messo in atto dagli stati membri e dalla stessa Commissione europea.

Per quanto riguarda la listeriosi, invece, è stata registrata una crescita del 10,5% (1.642 casi) rispetto al 2011, a conferma di una tendenza in atto già da diversi anni.

La sorveglianza dell’Unione Europea si è concentrata soprattutto sui casi d’infezione severa, che rappresentano solo una minima parte di tutte le infezioni. I rischi, in questo caso, si concentrano particolarmente su popolazione anziana, donne in gravidanza e soggetti con deficit immunitari.

La listeriosi, causata dalla Listeria monocytogenes sia nell’uomo sia negli animali, si trova soprattutto nel pesce pronto al consumo e nelle carni, come: il salmone affumicato o il prosciutto affettato.

Lo studio si è concentrato sulle patologie che si possono trasmettere direttamente o indirettamente dagli animali all’uomo, attraverso alimenti contaminati o il contatto diretto con animali malati.

Contrastare queste infezioni è un impegno importante e a basso costo, nell’ambito della prevenzione di un problema così diffuso, legato alla salute pubblica.

L’indagine del report, oltre a queste infezioni, ha preso in esame altre patologie causate da altri “nemici” della salute come: toxoplasmosi, rabbia, febbre Q, brucellosi e infezione da Trichinella.

Fonte: EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza alimentare)


Qualche flash informativo

Listeriosi

La listeriosi umana è una malattia relativamente frequente: ogni anno si manifesta mediamente in una persona ogni 100.000, considerando i soggetti in buone condizioni di salute, anche se probabilmente le persone che contraggono l’infezione sono di più.

Quasi sempre di origine alimentare, negli individui in buone condizioni di salute può dare origine a sintomi che ricordano quelli di una comune gastroenterite, con mal di pancia, febbre e diarrea.

Nelle donne in gravidanza e in soggetti con deficit immunitari, invece, può arrivare a dare problemi seri al fegato, infezioni delle meningi e dell’encefalo, anche a distanza di mesi dall’avvenuto contagio.

Salmonellosi

L’infezione si presenta con nausea, vomito, dolori addominali, febbre e mal di testa.

Questa malattia è legata alla replicazione in massa di batteri del genere Salmonella, responsabili di quella che genericamente è definita salmonellosi. La terapia, oltre alla somministrazione di liquidi e sali minerali perduti in caso di diarrea molto intensa, si basa su antibiotici specifici. I rischi sono legati soprattutto al consumo di creme a base di uova. Importante sapere che le alte temperature distruggono i batteri.

Infezione da Stafilococco aureo

Provoca nausea, dolori di pancia, diarrea e debolezza. I sintomi compaiono da pochi minuti a sette ore dall’inizio dell’infezione ed è legata alle tossine che produce questo germe una volta entrato nel tubo digerente.

Gli alimenti a rischio, oltre alle carni poco cotte e consumate fredde, sono i prodotti a base di carne, latte e latticini non pastorizzati, prodotti realizzati con uova crude come maionese, creme e gelati.

Campylobacteriosi

Diarrea con feci miste a sangue, dolori addominali molto intensi, febbre, mal di testa e vomito sono i sintomi più comuni di questa infezione causata da un batterio che fa parte della flora intestinale di mammiferi, polli e uccelli selvatici.

L’incubazione della patologia è normalmente molto lunga, anche di una settimana, e questo crea ovvie difficoltà a riconoscere il responsabile. Il germe può essere identificato nelle feci oppure nel sangue, ma solo in caso di forme molto gravi.

Alimenti a rischio sono considerati il latte non pastorizzato e la carne cruda o comunque poco cotta.

Brucellosi

L’infezione provoca, innanzitutto, un forte rialzo della temperatura corporea. La febbre può rimanere elevata per lunghi periodi, oppure avere cicli di normalità alternati a periodi di rialzo termico. Insieme alla febbre si manifestano anche mal di testa, debolezza, dolori alle ossa e perdita di peso. La Brucella può entrare nell’organismo con il latte crudo non pastorizzato o attraverso formaggi, sempre prodotti con latte non pastorizzato.

Trichinosi

Nausea, vomito, diarrea, dolori muscolari e gonfiore delle palpebre sono i segni e i sintomi più tipici di questa malattia, legata all’infestazione da Trichinella spiralis che è un parassita. L’incubazione è di circa 8-10 giorni, e nelle forme più gravi si può avere anche interessamento dei muscoli del torace e delle vie respiratorie.

Gli alimenti a maggior rischio sono le carni di maiale, cinghiale o cavallo crude o poco cotte, oltre a salsicce fresche e altri prodotti.

Comitato scientifico
Fondazione Istituto Danone

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