Il corpo umano è naturalmente dotato di un equilibrio fisiologico tra “nascita” e “morte” cellulare, che mantiene gli organi vitali.
In particolare esiste un sistema: l’apoptosi che porta le cellule a una sorta di “suicidio” programmato, eliminando quelle più vecchie o malate, la sua controparte è la proliferazione che genera nuove cellule sane. Man mano che si va avanti con gli anni questo equilibrio si perde, la vitalità delle cellule cala e il decadimento di alcuni organi è pressoché inevitabile.
La scienza sta studiando questi delicati meccanismi allo scopo di individuare in natura sostanze in grado di ritardare il processo d’invecchiamento.
Tra gli argomenti di ricerca più affascinanti e promettenti c’è sicuramente quello che riguarda le telomerasi studiate inizialmente nelle cellule tumorali, molecole che perdono il meccanismo di “suicidio programmato” diventando in pratica immortali. La telomerasi, infatti, consente a queste cellule di rimanere perennemente giovani e di non sottostare al processo d’invecchiamento. Questo enzima consente di evitare il progressivo accorciamento dei cromosomi dovuto alla riduzione delle loro estremità: i telomeri.
L’accorciamento aumenta a ogni replicazione cellulare e, per la maggior parte delle cellule, dopo un certo numero di replicazioni il cromosoma ha perduto porzioni così ampie di DNA che non è più in grado di replicarsi.
Recentemente è stato reso evidente che anche l’alimentazione potrebbe influire sull’attività della telomerasi.
Una ricerca italiana ha dimostrato come la dieta mediterranea ricca di frutta, verdura, legumi, pesce e altri alimenti fornirebbe una sorta di “stimolo” positivo per le telomerasi, determinando un generale effetto anti-invecchiamento.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista PLOS One è stato condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna e Geriatria della Seconda Università di Napoli guidati da Giuseppe Paolisso, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG).
Gli scienziati hanno coinvolto 217 anziani, suddividendoli in gruppi in base all’aderenza più o meno stretta alla dieta mediterranea, e analizzandone le cellule del sistema immunitario.
“Abbiamo studiato i telomeri, la parte terminale dei cromosomi, che sappiamo essere una sorta di “orologio” cellulare – spiega Giuseppe Paolisso. A ogni divisione della cellula si accorciano fino ad arrivare a una soglia critica, oltre la quale non possono più diminuire; è a questo punto che parte il processo di senescenza cellulare.
Sapevamo già che la dieta mediterranea si “oppone” all’accorciamento dei telomeri, siamo perciò andati a valutare i telomeri dei globuli bianchi dei partecipanti allo studio per capire se, e soprattutto come, l’alimentazione incida sulla loro lunghezza”.
I risultati mostrano chiaramente che una dieta equilibrata influenza l’attività della telomerasi, l’enzima che permette di “costruire” i telomeri impedendone l’accorciamento.
“Il rapporto di causa-effetto è emerso chiaramente: tanto più i soggetti seguivano una dieta mediterranea, quanto più risultava attivo l’enzima – riprende Paolisso – Avere individuato che su questo “interruttore” cellulare agiscono i nutrienti di un’alimentazione sana e bilanciata, in cui siano abbondanti frutta, verdura, legumi, pesce fresco e cibi a basso contenuto di grassi, evidenzia il meccanismo che permette alla dieta mediterranea di favorire la longevità, ed è un’ulteriore prova della spiccata capacità anti-età della dieta mediterranea, che si può ormai ritenere un vero e proprio farmaco.
Attenzione però: l’effetto si ottiene dal mix equilibrato dei diversi nutrienti. Gli stessi vantaggi non sembrano raggiungibili attraverso integratori di minerali e vitamine, per quanto associati, a ricreare il più possibile il “cocktail” che emerge da un’alimentazione sana”.
Fonte: Ufficio Stampa Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG)
A cura della Prof.ssa Anna Maria Castellazzi
Direttore Centro di Ricerca Immunità e Nutrizione
Università di Pavia
Comitato scientifico: Fondazione Istituto Danone