Lipidi e carboidrati semplici possono impattare sullo stato infiammatorio dell’organismo, influenzando pure la composizione del microbiota. A dirlo è una ricerca pubblicata su American Journal of Clinical Nutrition, che va ad analizzare cosa accade in termini di processi infiammatori dopo un pasto. Lo studio è stato coordinato da Sarah Berry ed ha coinvolto studiosi negli USA, In Italia, in Spagna ed in Svezia oltre che nel Regno Unito ed è stato denominato PREDICT.
L’analisi dei dati, effettuata su un migliaio di persone, dimostra che a fare da “propellente” per l’infiammazione sarebbero soprattutto i grassi rispetto agli zuccheri e soprattutto ha fatto rilevare come la risposta dei diversi soggetti sia varia, con la necessità di mettere a punto strategie preventive personalizzate.
Tutti i partecipanti, adulti sani, hanno assunto pasti standard con quantità definite di grassi, carboidrati, fibre e proteine a colazione e pranzo. Sono stati effettuati durante la giornata, a partire dal risveglio, nove prelievi di sangue per valutare sia i livelli di lipidi e glucosio nel sangue, sia i valori di marcatori dell’infiammazione come l’interleuchina 6 (IL-6) e l’acetilazione della glicoproteina (GlycA). Inoltre sono stati raccolti dati sullo stato di salute, sull’alimentazione abituale. Importante: è stata effettuata una scansione del tessuto adiposo corporeo e attraverso un campione fecale si è valutato il microbiota. In termini generali la popolazione maschile e anziana tendeva ad avere uno stato infiammatorio maggiore rispetto a quella femminile e giovane. Non solo: chi aveva un più elevato Indice di Massa Corporea presentava anche un rischio più alto di avere parametri infiammatori in rialzo dopo il pasto.
Capitolo microbiota: la composizione della flora batterica del tubo digerente risulta correlata alle risposte al cibo. Inoltre appare associata anche con il livello di GlycA, con evidente impatto sui fenomeni infiammatori.
“E’ noto come lo stato infiammatorio sub-clinico sia la base di una serie di patologie metaboliche. – commenta la prof.ssa Anna Maria Castellazzi, vicepresidente scientifico Fondazione Istituto Danone – Lo studio introduce un aspetto innovativo correlando la composizione del pasto allo stato infiammatorio generale e al tipo di microbiota. Giusto sottolineare come la risposta di ciascun soggetto sia diversa e come sia necessario prevedere tipi di intervento “personalizzati”.