Dieta mediterranea, così ci difendiamo dall’infiammazione a tavola

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Partiamo da lontano e basiamoci su dati che giungono dall’altra parte dell’Oceano. Stando ad una ricerca coordinata da Rachel Meadows, dell’Università dell’Ohio, più della metà delle persone negli USA seguirebbe un’alimentazione che facilita la comparsa di infiammazione, con conseguenze nella traiettoria di salute, specie se si considerano le malattie cardiovascolari e i tumori.

Il dato fa riflettere anche perché le regole dell’alimentazione mediterranea basata sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale indicano che questa può aiutare a prevenire appunto l’infiammazione e l’invecchiamento. Per questo occorre tenere presenti le abitudini alimentari tipiche della nostra area.

Cosa emerge dallo studio

La ricerca, pubblicata su Public Health Nutrition e coordinata da Rachel Meadows, segnala sostanzialmente che il 57% delle persone considerate presenta un indice infiammatorio della dieta elevato. E mostra come alcune popolazioni, tra cui afroamericani, uomini e persone con redditi più bassi, tendono ad essere a maggior rischio di consumo elevato di cibi pro-infiammatori.

L’indice infiammatorio dell’alimentazione considera 45 diverse componenti della dieta ed è stato impiegato per valutare le abitudini (autoriportate, va sempre ricordato) di poco meno di 35.000 adulti facenti parte della coorte del National Health and Nutrition Examination Survey 2005-2018.

Analizzando l’alimentazione delle persone coinvolte nello studio, si è visto che solo poco più di una persona su tre consumava regolarmente cibi antinfiammatori, mentre per il 9% la situazione era di sostanziale neutralità con un mix di alimenti più indicato e che per il resto la tendenza era quella di ingerire molto frequentemente alimenti che facilitano l’insorgenza di infiammazione. Il tutto, in uno scenario che a volte prevedeva anche un introito sufficiente di frutta e verdura tipico dell’alimentazione mediterranea, ma con eccessi di altro tipo, ad esempio nel consumo di alcol e carne rossa. Il che fa pensare ad un potenziale rischio infiammatorio destinato a svilupparsi nel tempo.

Secondo gli esperti, cercare di scegliere alimenti meno pro-infiammatori potrebbe essere di grande aiuto. Ed ecco che ritornano i concetti dell’alimentazione mediterranea, che propone cereali integrali, verdure a foglia verde (come gli spinaci), legumi (come fagioli e lenticchie), pesce. Fondamentale, in chiave sociale, è fare in modo che a tutte le età sia possibile accedere a questi alimenti.

Il tutto, ricordando anche le sane abitudini che non debbono mai mancare: ad esempio, dare il giusto tempo ad un sonno davvero ristoratore e quindi sufficiente per qualità e quantità. Anche questo infatti incide sull’infiammazione, oltre alla dieta.

 

Fonte:
https://www.cambridge.org/core/journals/public-health-nutrition/article/sociodemographic-differences-in-the-dietary-inflammatory-index-from-national-health-and-nutrition-examination-survey-20052018-a-comparison-of-multiple-imputation-versus-complete-case-analysis/7BEEA51160D7657B267F4C12A9AF1584

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