Il dato fa riflettere anche perché le regole dell’alimentazione mediterranea basata sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale indicano che questa può aiutare a prevenire appunto l’infiammazione e l’invecchiamento. Per questo occorre tenere presenti le abitudini alimentari tipiche della nostra area.
La ricerca, pubblicata su Public Health Nutrition e coordinata da Rachel Meadows, segnala sostanzialmente che il 57% delle persone considerate presenta un indice infiammatorio della dieta elevato. E mostra come alcune popolazioni, tra cui afroamericani, uomini e persone con redditi più bassi, tendono ad essere a maggior rischio di consumo elevato di cibi pro-infiammatori.
L’indice infiammatorio dell’alimentazione considera 45 diverse componenti della dieta ed è stato impiegato per valutare le abitudini (autoriportate, va sempre ricordato) di poco meno di 35.000 adulti facenti parte della coorte del National Health and Nutrition Examination Survey 2005-2018.
Analizzando l’alimentazione delle persone coinvolte nello studio, si è visto che solo poco più di una persona su tre consumava regolarmente cibi antinfiammatori, mentre per il 9% la situazione era di sostanziale neutralità con un mix di alimenti più indicato e che per il resto la tendenza era quella di ingerire molto frequentemente alimenti che facilitano l’insorgenza di infiammazione. Il tutto, in uno scenario che a volte prevedeva anche un introito sufficiente di frutta e verdura tipico dell’alimentazione mediterranea, ma con eccessi di altro tipo, ad esempio nel consumo di alcol e carne rossa. Il che fa pensare ad un potenziale rischio infiammatorio destinato a svilupparsi nel tempo.
Secondo gli esperti, cercare di scegliere alimenti meno pro-infiammatori potrebbe essere di grande aiuto. Ed ecco che ritornano i concetti dell’alimentazione mediterranea, che propone cereali integrali, verdure a foglia verde (come gli spinaci), legumi (come fagioli e lenticchie), pesce. Fondamentale, in chiave sociale, è fare in modo che a tutte le età sia possibile accedere a questi alimenti.
Il tutto, ricordando anche le sane abitudini che non debbono mai mancare: ad esempio, dare il giusto tempo ad un sonno davvero ristoratore e quindi sufficiente per qualità e quantità. Anche questo infatti incide sull’infiammazione, oltre alla dieta.