Una ricerca americana punta ancora di più l’indice su questo aspetto, dimostrando che gli anziani che non riescono a nutrirsi in modo adeguato corrono maggior rischi di andare incontro a malnutrizione, depressione e limitazioni fisiche che influiscono sul modo in cui vivono. Tutto questo, ben oltre le classiche condizioni tipiche dell’anziano che possono nuocere ad un’adeguata alimentazione e rappresentare dei fattori favorenti uno stato di malnutrizione. Una dentatura in disordine, per esempio, o una protesi difettosa, unita ad una riduzione della salivazione, possono rendere difficoltosa la masticazione, cosicché si è portati a rinunciare ad alimenti che sono necessari. Le ristrettezze economiche, che a volte affliggono gli anziani, possono causare rinunce a cibi importanti come frutta, verdura, carne e pesce. Anche la solitudine ed uno stato depressivo porta ad alimentarsi in modo inadeguato e rappresentano fattori favorenti la malnutrizione. La dieta deve essere quindi adattata intelligentemente all’individuo. È necessario valutare con cura le condizioni fisiche, psicologiche, economiche ed ambientali dell’anziano e concordare con lui la composizione dei pasti e le preferenze. È essenziale infine che le pietanze siano variate ogni giorno, approntate secondo i gusti e le preferenze di chi le deve consumare e servite in modo da rendere la tavola attraente.
La ricerca è stata coordinata da Muzi Na dell’Università della Pennsylvania ed è apparsa su Journal of Nutrition. È stato preso in esame un campione rappresentativo di 4.578 anziani negli Stati Uniti utilizzando i dati del National Health and Aging Trends Study, 2012-20. I partecipanti hanno riportato le loro esperienze in termini di cibo sufficiente o insufficiente, con particolare attenzione allo stato SNAP: si tratta di un Programma Integrativo di Assistenza Alimentare (Supplemental Nutrition Assistance Program o appunto, SNAP) che ha dimostrato di poter influire positivamente sul benessere psicologico e mentale, con influssi su funzioni come la memoria degli anziani. I soggetti studiati sono stati classificati in base anche a queste caratteristiche e si è visto che gli adulti con insicurezza alimentare hanno sperimentato un declino cognitivo più rapidamente rispetto ai loro coetanei sicuri. I ricercatori hanno identificato diverse traiettorie di declino cognitivo utilizzando lo stato di insufficienza alimentare o lo stato SNAP. I risultati segnalano come poter disporre di alimenti “giusti” per le persone che si avviano verso la terza età sia fondamentale e quanto possa risultare importante farli entrare in percorsi mirati, come appunto il programma SNAP, per favorire la salute cognitiva degli anziani. In caso di carenze sia sul fronte della sicurezza alimentare che nel percorso di supporto con SNAP si possono avere processi di senescenza cerebrale nella terza età più rapidi anche di quattro anni e mezzo. Con ovvie ripercussioni sul benessere del singolo, della famiglia e sulla spesa sociale e sanitaria.