E’ stata la malattia dei re, dei papi e dei grandi nobili del passato: ricchi personaggi che i quali potevano concedersi il lusso di assaporare abbondanti piatti a base di carne piuttosto che formaggi o dolci, cibi ovviamente assolutamente non accessibili ai poveri del tempo.
Oggi la gotta ha assunto una vena “democratica” e di fatto la sua diffusione è andata di pari passo con la crescita del benessere nella società: è infatti la forma più comune di artrite infiammatoria tra gli uomini con più di quarant`anni e tra le donne in menopausa.
La gotta è legata all’iperuricemia, cioè alla presenza di alti livelli di acido urico nel sangue, i cui cristalli si accumulano negli spazi tra le articolazioni. La gotta si manifesta attraverso gonfiori, arrossamento e bruciori; spesso parte dall`alluce, ma interessa anche caviglie, gomiti, ginocchia, spalle o polsi.
Attenzione quindi alle abitudini alimentari: una dieta eccessivamente ricca in “purine” (sostanze che incrementano la quantità di acido urico), contenute, per esempio, nelle frattaglie, nelle animelle, nelle acciughe, nelle sardine, negli asparagi, nei funghi, e nelle carni di maiale, di vitello e di manzo, può essere rischiosa. Da evitare anche gli alcolici, che stimolano la produzione di acido urico.
Particolare attenzione va prestata all’eccesso di assunzione di fruttosio, spesso impiegato nelle bibite oltre che, ovviamente, nei succhi di frutta.
Secondo una ricerca condotta su quasi 50.000 maschi seguiti per dodici anni, pubblicata sul British Medical Journal, chi beve più di due bevande zuccherate con fruttosio al giorno aumenta dell’85 per cento il rischio di ammalarsi.
L’iperuricemia può rimanere per anni completamente asintomatica, salvo poi scatenarsi per il deposito di cristalli di urato monosodico (concrezioni di acido urico che uscendo dal sangue si depositano nelle articolazioni) con attacchi acuti che si presentano soprattutto di notte (pare che sia importante l’abbassamento della temperatura tipico delle ore notturne) spesso associati a febbre.
L’infiammazione, pur se trattata, può mantenersi per alcuni giorni e va trattata dal medico con farmaci specifici.
Se l’iperuricemia non viene adeguatamente trattata, gli attacchi acuti alle articolazioni si moltiplicano e si possono formare “tofi gottosi”, vale a dire noduli formati dalla deposizione di acido urico che possono interessare il padiglione auricolare, i gomiti, le ginocchia.
L’iperuricemia viene individuata attraverso un semplice esame del sangue. Non tutti i pazienti con un eccesso di acido urico nel sangue infatti manifestano gotta. Ad ogni modo, in tutti questi casi è necessaria l’introduzione di modifiche dietetiche, un aumento dell’assunzione di liquidi e l’applicazione di corretti stili di vita.